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Caro Direttore,
Antonio Polito, sul Corriere della Sera di ieri, dopo aver riconosciuto meriti di serietà e responsabilità alla campagna elettorale che Fratelli d’Italia sta conducendo, si chiede: «Giorgia Meloni ha un problema con le donne?». Secondo il suo ragionamento, gli attacchi di giornaliste e protagoniste dello showbiz nei miei confronti testimonierebbero una lontananza dalle donne e un “fianco scoperto”: i diritti civili. Penso invece che rappresentino il trionfo di stereotipi ormai logori, che dipingono la destra come retriva e maschilista, mentre il rapporto tra le donne e la sinistra in realtà è più sbandierato che effettivo: basta vedere come sia difficile trovare una donna leader in quel campo.
Secondo Polito però il messaggio che trasmetterei sarebbe quello di una donna che “ce l’ha fatta” perché “diventata brava come un uomo”. Penso invece di avercela fatta perché sono brava come una donna. Ed è esattamente questo che voglio comunicare alle altre donne. Se sono diffidente verso le “concessioni” di posti o quote da parte dei leader maschi, come ha fatto il segretario del Pd Enrico Letta con la sostituzione d’imperio dei capigruppo e l’indicazione di due donne, è proprio perché ritengo che le donne abbiano una grande forza autonoma, che va liberata dai mille impacci e ostacoli che la ingabbiano, ma che non va umiliata o sottovalutata. Purtroppo oggi la genitorialità è spesso un ostacolo, perché il modello di cittadinanza è costruito intorno ad un sistema che non consente di conciliare vita e lavoro. E l’organizzazione dei tempi e la scena pubblica hanno ritmi che spesso incidono più pesantemente sulle donne e che spinge a non avere figli, oppure a doversi adattare a mille equilibrismi, mille fatiche multitasking, sentendosi sempre in colpa, sempre mancanti da qualche parte. Ma attraverso la maternità le donne sviluppano competenze preziose che possono essere investite nello spazio pubblico e nel lavoro: sono capacità ed energie che vanno valorizzate, e non, come accade oggi, ignorate o peggio, punite. Per aiutare le donne a “farcela” bisogna smantellare le penalità che le appesantiscono e non concedere loro qualche strapuntino.
Sui diritti civili, afferma Polito, il discrimine è tra conservatori e reazionari. Noi non siamo reazionari, non vogliamo tornare indietro: vogliamo costruire il futuro. Ma siamo conservatori, perché vogliamo portare con noi, nel futuro, quello che abbiamo amato e amiamo, la nostra storia, la tradizione, l’appartenenza al genere sessuale, la possibilità per un bimbo di avere una mamma e un papa, la solidarietà tra le generazioni, il rispetto per gli anziani, la cura dei più fragili.
E la sinistra, cosa vuole, per le donne? L’abbiamo visto con il ddl Zan: l’appiattimento della differenza sessuale, un nuovo modello patriarcale che fa scomparire le donne e distrugge il materno. Per la sinistra, essere madre non è un valore sociale ma addirittura qualcosa che può essere comprato e venduto: l’utero si può addirittura affittare e le donne povere si possono sfruttare. Bisogna lasciare fare il mercato. Noi invece ci battiamo per una piena e integrale applicazione della 194 e affinché le donne siano davvero libere di essere madri se lo vogliono, senza rinunciare a nulla, ai propri talenti, alla carriera e alla politica. Io credo che i diritti delle donne si difendano cosi.
Giorgia Meloni
Presidente di Fratelli d’Italia
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