FDI-AN SI ASTIENE NELL’INTERESSE DEI LAVORATORI, DELLE PICCOLE IMPRESE E DI TARANTO. “Davanti a un decreto legge che riassume un fallimento pluriennale, che si aggiunge ad altri 6 decreti inutili sull’Ilva…
…avremmo volentieri votato contro. Ma nell’interesse dei lavoratori, delle imprese che vantano crediti e del territorio tarantino, Fdi-An ci siamo astenuti”. E’ quanto ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli intervenendo in aula sul dl Ilva.
“Delle misure previste dai precedenti decreti legge – ha aggiunto- nessuna si è ancora trasformata in un intervento di risanamento, nessuna bonifica ambientale dello stabilimento, nulla… Alla faccia dell’urgenza! Lo stesso presidente del Consiglio Renzi in una conferenza stampa pubblica aveva garantito 30 milioni di euro per la realizzazione di un polo onco-ematologico pediatrico. Oggi di quel progetto neppure l’ombra. Sui 250 milioni di euro di crediti vantati dalle piccole e medie aziende fornitrici dell’Ilva, saranno pagati soltanto 35 mln, mentre sul resto si spingono imprese sul lastrico a fare nuovi debiti con le banche, favoriti dallo stato. A tutto ciò, come se non bastasse si aggiunge la procedura d’infrazione aperta dall’Unione Europea nei confronti dell’Italia sul piano ambientale per la bonifica dell’Ilva, giudicato insufficiente. E ancora, si prevede la cessione di una ramo di azienda, ma sempre con la scusa dell’ urgenza si andrà a trattativa privata, in barba a ogni criterio di trasparenza. In tutto questo, aleggia come una ‘nube tossica’, il fallimento politico di Nichi Vendola che da 10 anni governa la Puglia, con il fallimento dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale che, nata nel 1999, soltanto nel 2010 si è resa conto che l’Ilva inquina. Infine è del tutto assente un piano strategico industriale. Ma l’Ilva di Taranto dà lavoro a 16 mila dipendenti, a 10 Mila lavoratori per la manutenzione e altrettanti per l’indotto. Rappresenta lo 0,4% del Pil italiano e produce 9 milioni di tonnellate di acciaio l’anno su 27″.
“Per questo- ha concluso Rampelli – per senso di responsabilità non abbiamo votato contro, per non aggiungere la beffa al danno oggettivo già sopportato da Taranto e dalla Puglia”.