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Tv italiana, Murgia: No ai piani quinquennali simil staliniani di Franceschini, per tv italiana ci vuole qualità

  • 4 Ottobre 2017
“Nella costruzione dell’immaginario di una Nazione, tv e cinema svolgono un ruolo fondamentale, soprattutto in Italia. Viva la cultura italiana, dunque, e massima attenzione. Ma che ogni emittente debba essere costretta ad una produzione autoctona in prima serata mi sembra misura assolutamente eccessiva”. E’ quanto  ha dichiarato BRUNO MURGIA, Deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale e membro della commissione Cultura.
“Tra l’altro, in prima serata dal “Medico in famiglia” in poi abbiamo avuto decine di fiction italiane formato famiglia. Ecco spiegato il successo di Sky e Netflix, dove la qualità era tutt’altra.  La produzione televisiva italiana deve essere sponsorizzata ma si sacrifica la competitività e la qualità per la salvaguardia del prodotto locale”.
“In Francia lo Stato interviene massicciamente nelle produzioni, è vero-ha continuato Murgia- ma oggi, a detta di tanti esperti, la qualità ne risente spesso. Un dirigismo di Stato che nega l’imprenditorialità, quasi un piano quinquennale di staliniana memoria  applicato a cinema e TV”.
“L’introduzione di queste norme potrebbe portare a grosse problematiche con network privati non di interesse pubblico -ha aggiunto Murgia- Amazon e Netflix sono coinvolti nelle nuove norme ma in maniera confusa e opaca, così come opaca e confusa mi sembra l’azione del governo”.
“L’unica cosa positiva di questo decreto è che probabilmente i nostri sceneggiatori usciranno dal tinello di casa per scrivere storie interessanti e avvincenti, cosa che avviene poco, a meno che non si parli di Romanzo criminale, Gomorra, 1993″.
“Ma questi sono prodotti che – conclude Bruno Murgia- non hanno bisogno di essere promossi dallo Stato in prima serata perché si promuovono da soli”.

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