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Manovra 2024

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Quello che si delinea è un quadro molto chiaro da cui emerge come il Governo Meloni, con la manovra 2024, abbia diminuito le tasse e i contributi a carico dei lavoratori. Tale riduzione opera principalmen- te in favore dei redditi medio / bassi, aumentando i soldi in busta paga attraverso i tagli del cuneo contributivo, la detassazione dei premi di produttività e dei fringe benefit, l’accorpamento dei primi 2 scaglioni IRPEF e l’esonero contributivo totale per le mamme lavo- ratrici con almeno 2 figli.

Anche il canone Rai subirà una diminuzione, passando a 70 euro, dagli attuali 90.

Anche per le imprese la manovra 2024 ha previsto delle agevolazio- ni: super deduzioni sul costo del lavoro per le nuove assunzioni e nuovi stanziamenti di risorse per la concessione di crediti d’imposta a sostegno degli investimenti, in particolare nel sud Italia.

Rinviate, inoltre, “plastic” e “sugar tax”.

Principali misure della manovra

Il Governo Meloni ha confermato anche per il 2024 la riduzione dei contributi a carico dei lavo- ratori, già introdotta nel 2023: la riduzione è di 7 punti percentuali per i redditi da lavoro dipen- dente fino a 25mila euro annui e di 6 punti percentuali per i dipendenti che guadagnano fino a 35mila euro all’anno.
Grazie a tale provvedimento, i lavoratori benefice- ranno di un aumento mensile in busta paga, superiore, in media, a 100 euro.

 

Riforma IRPEF
Il Governo ha anche dato avvio all’attuazione alla delega fiscale con un primo decreto in materia di IRPEF: per il 2024, le aliquote passeranno da quattro a tre, attraverso l’accorpa- mento dei primi due scaglioni di reddito (attualmente riguar- dano i redditi fino a 15mila euro, con aliquota al 23%, e i reddi- ti da 15mila a 28 mila euro, con aliquota al 25%).
È stato, quindi, creato un unico scaglione, comprendente i redditi fino 28mila euro, a cui viene applicata l’aliquota del 23%, prevista oggi solo per il primo scaglione di reddito. Ciò significa, per i redditi superiori a 15mila euro, una riduzione di imposta di ben 2 punti percentuali, con un risparmio annuo che può arrivare fino a 260 euro.
 
Incentivi all’occupazione. Più assumi meno paghi
In attuazione della delega fiscale, seguendo la logica del “più assumi, meno paghi” prevista dal programma di FdI, sono stati introdotti dei vantaggi fiscali per le imprese che recluta- no nuovo personale: è stata prevista, infatti, una super dedu- zione del 120% del costo del lavoro per chi assume a tempo indeterminato e incrementa il numero dei propri dipendenti rispetto all’anno precedente. Tale super deduzione raggiunge il 130% nel caso di imprese che assumono mamme, giovani, disabili ed ex percettori del RdC.

 

Taglio del cuneo contributivo per le mamme lavoratrici.
A partire dal 2024, le mamme lavoratrici a tempo indetermi- nato con almeno 2 figli saranno totalmente esonerate, fino ad un massimo di 3.000 euro l’anno, dal pagamento della parte dei contributi a proprio carico (si tratta di oltre il 9% della retribuzione, che rimarrà nelle loro tasche).
Tale beneficio per le donne con 3 o più figli (circa 214.000 mamme) avrà effetto fino al compimento dei 18 anni del figlio più piccolo mentre per quelle con 2 figli (circa 600.000) l’esonero varrà fino al compimento dei 10 anni del figlio più piccolo.
 
Asili nido: aumenta il contributo per il secondo figlio.
Per i nati dal 1° gennaio 2024, con almeno un fratello sotto i 10 anni di età, il bonus nido sale a 3.600 euro annui per le famiglie con ISEE fino a 40mila euro (attualmente, il bonus è di 3mila euro per le famiglie con ISEE fino a 25mila euro e di 2.500 euro per quelle con ISEE fino a 40mila).
 
Mutui prima casa giovani.
È stato rifinanziato, con ulteriori 282 milioni di euro, il fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa da parte di giovani coppie, famiglie monogenitoriali con figli minori, giovani sotto i 36 anni e sono state prorogante le misure di maggior vantaggio, come l’aumento dal 50% all’80% della misura massima della garanzia rilasciata dal fondo.
 
Carta “Dedicata a te”
È stata rifinanziata con 600 milioni di euro la carta per l’acquisto dei beni alimentari di prima necessità per famiglie con ISEE fino a 15mila euro.
 
A sostegno di famiglie natalità, già lo scorso anno il Governo aveva previsto, in maniera strutturale, l’aumento, nella misura del 50%, dell’importo dell’assegno unico per tutte le famiglie con figli di età inferiore a un anno e per quelle con tre o più figli di età compresa tra uno e tre anni con Isee fino a 40mila euro.

 

Si conferma la detassazione dei premi di produttività con la fissa- zione di una aliquota al 5% (rispetto all’aliquota ordinaria del 10%) e l’ampliamento della soglia massima di detassazione dei fringe benefit che, dagli attuali 258 euro, passa a 2000 euro per i lavora- tori con figli e a 1000 euro per quelli senza figli.

 

La legge di bilancio stanzia, per il 2024, 1,8 miliardi di euro, per con- cedere contributi in credito d’imposta alle imprese che investono nelle regioni appartenenti alla nuova ZES unica (Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno). Con la manovra, inoltre, vengono stanziati ulteriori 300 milioni per rifinanziare la cosiddetta legge Nuova Sabatini, che ha l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito per le PMI che investono in attrezzature, impianti, macchinari, ecc. Sommando a questi provvedimenti la super deduzione del costo del lavoro per nuove assunzioni (1,3 miliardi) di cui sopra, si raggiunge un totale di 3,4 miliardi di investimenti per le imprese.
 
Infine, almeno fino a luglio 2024, vengono rinviate la “plastic tax” (imposta sulla plastica monouso) e la “sugar tax” (imposta sulle bevande analcoliche dolcificate).

 

Per il 2023, le partite IVA con redditi fino a 170mila euro potranno far slittare il pagamento (previsto a novembre) dell’acconto IRPEF e versare quanto dovuto nel 2024, con 5 rate mensili, da gennaio a maggio.

 

Stanziati 5 miliardi per il rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici.

 

Stanziati 3,3 miliardi di risorse aggiuntive per il 2024
Stanziati 3,3 miliardi di risorse aggiuntive per il 2024. La spesa sanitaria cresce fino a superare i 136 miliardi, importo mai raggiunto sinora (2019: 115,6 mld – 2020: 122,7 mld – 2021: 127,8 mld – 2022: 131 mld – 2023: 134,7 mld).Il principale obiettivo è abbattere le liste d’attesa.

 

Diversi sono gli interventi in materia pensionistica:

  • Quota 103. La Legge di Bilancio interviene per consentire, a deter- minate condizioni, maggiore flessibilità in uscita dal mondo del lavoro rispetto alle regole fisse della Legge Fornero. Viene confer- mata “quota 103”: sarà possibile andare in pensione al compi- mento dei 62 anni di età e con 41 anni di contributi versati (invece dei 67 anni di età con almeno 20 di contributi richiesti per la pen- sione di vecchiaia).
  • La Legge di Bilancio ha previsto l’adeguamento, per fasce di reddito, dell’importo delle pensioni, rivalutando al 100% dell’infla- zione le pensioni più basse (cioè quelle fino a 4 volte il trattamen- to minimo INPS) e stabilendo aumenti percentuali man mano decrescenti per pensioni superiori (85% per quelle fino a 5 volte, 53% fino a 6 volte, 47% fino a 8 volte, 37% fino a 10 volte, 22% oltre 10 volte).
  • Intervento sulle pensioni contributive. Il Governo è intervenuto per correggere una stortura del sistema previdenziale italiano riguardante i lavoratori che rientrano interamente nel sistema contributivo. In precedenza, per questi lavoratori, per poter acce- dere alla pensione di vecchiaia, oltre al raggiungimento delle soglie di età e contributi versati, era richiesto l’ulteriore requisito della maturazione di un assegno pensionistico almeno pari ad 1,5 volte l’assegno sociale. In mancanza, fino al compimento dei 71 anni di età il lavoratore avrebbe dovuto accontentarsi di una pen- sione pari all’assegno sociale, pur avendone maturata una supe- riore. Da oggi, ciascun lavoratore, al momento del pensionamen- to, percepirà immediatamente e per intero l’importo che gli spetta, a prescindere dal coefficiente dell’1,5, eliminato dalla Legge di bilancio. Sempre per tale categoria, è stato elevato, da 2,8 volte a 3 volte l’assegno sociale, l’importo della pensione che bisogna aver maturato per poter accedere al pensionamento anti- cipato (64 anni e 20 di contributi), ridotto a 2,8 volte per le donne con un figlio e a 2,6 volte per le donne con più di un figlio.

 

Cosa pesa sulla manovra

Interessi passivi.
Nel 2024 aumentano del 13,5% rispetto al 2023, quindi quasi 11 miliardi in più per le casse dello Stato.

Superbonus e crediti edilizi
Considerando la totalità dei bonus edilizi del governo Conte II trainato da Pd e Movimento 5 Stelle, siamo oltre i 150 miliardi di euro di crediti edilizi (con il bonus facciate che ne vale da solo oltre 25). Nel 2024, il solo superbonus peserà sulle casse dello Stato per almeno 20 miliardi, cioè poco meno dell’entità della manovra.

Paghiamo i danni fatti da Conte e soci. Il superbonus, insieme agli altri bonus edilizi, pesa quanto 5 manovre.

Il Governo Meloni, nonostante questo macigno ereditato dal governo grillino, ha varato una manovra volta a sostenere le famiglie e le imprese. La strada è in salita ma è quella giusta.

 

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