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Droghe-prefetto, Rampelli: Il prefetto ha detto delle cose di assoluto buon senso

  • 23 Giugno 2014

“Troviamo sorprendenti e di pessimo esempio l’intervento censorio del presidente del Consiglio Renzi e del ministro Alfano sul prefetto Reppucci e ci auguriamo ci sia un ripensamento sulla sua rimozione.

Da lui arrivano, seppur con toni irrituali, l’invito a non trascurare i figli, a non minimizzare le loro esperienze più rischiose per non doversi poi pentire. Il prefetto ha usato un esempio paradossale, quello del suicidio, ma solo dopo aver detto: “Se una madre non si accorge che il figlio è drogato ha fallito”, espressione difficile da contestare. Solo chi è in malafede può prendere alla lettera l’invito al suicidio che, appunto, è legato al concetto di ‘fallimento genitoriale'”. E’ quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli a commento delle polemiche sulle affermazioni del prefetto Reppucci.

“Chiediamo a Renzi e ad Afano- ha aggiunto-  di rivalutare la decisione anche in considerazione della particolare esposizione della città di Perugia alla diffusione di droghe soprattutto tra i giovani e gli studenti. Non a caso il prefetto ha sottolineato il gran numero di giovani che, di notte, bivacca sul corso con le bottiglie scolate. È legittimo chiedersi quale sia il controllo dei genitori su questi giovani, talvolta anche minorenni, che bruciano la loro vita nell’alcool e nelle droghe. Peraltro, Perugia è la città dove si è consumata la tragedia di Meredith, causata anche dal mix fatale di sostanze alcooliche e psicotrope, un contesto sociale e culturale dove sono necessari toni forti se si vogliono responsabilizzare tutti i soggetti protagonisti delle devianze”.

“Infine- ha concluso Rampelli-  ricordo ai due solerti membri del governo che non esistono più i vecchi spinelli del ’68, ma micidiali dosi di cannabis con principi attivi devastanti, come più volte ufficializzato anche dal Dipartimento antidroga della Presidenza del Consiglio e che lo stesso Papa Francesco, per quanto autorità religiosa e non laica, pochi giorni fa ha acceso i riflettori sull’uso delle droghe, senza alcuna distinzione tra pesanti e leggere”.

Roma, 23 giugno 2014

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