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Gioia Tauro, Rampelli: Italia come una servitù…

  • 8 Luglio 2014

“Sul fronte internazionale, il nostro Paese ha un peso specifico pari a zero. Lo dimostrano le commissioni riunite Esteri Difesa che hanno semplicemente celebrato l’impotenza delle nostra capacità di negoziazione.

L’Italia è diventata una servitù utilizzata dalle potenze straniere, senza neppure avere un tornaconto nell’interesse nazionale, come dimostra il permanente disinteresse della comunità internazionale per liberare i nostri Marò”.

È quanto ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli a commento della riunione delle commissioni Esteri e Difesa sul trasbordo della nave con armi chimiche siriane nel Porto di Gioia Tauro.

“L’Italia- ha aggiunto Rampelli – è messa costantemente alla berlina. Lo stesso ministro Galletti ha appena fatto intendere che questo transito sia stato accettato dall’Italia ‘obtorto collo’. Dovrebbe chiarire meglio il suo pensiero con un’adeguata spiegazione non dei fatti, che conosciamo, ma degli antefatti, che ignoriamo perché quello che è stato detto in commissione non è sufficiente”.

“Credo che pochi si rendano conto – ha osservato il capogruppo – della gravità di quanto successo. La scelta di far passare la nave nel porto di Gioia Tauro, presa all’insaputa e poi a dispetto delle amministrazioni locali, è uno schiaffo ai buoni rapporti tra Governo centrale ed enti locali. Per questo vogliamo l’accesso agli atti, in particolare per capire quando, come e perché l’Italia abbia stabilito il transito e il trasbordo delle armi chimiche in Calabria. Vogliamo capire se lo Stato italiano abbia in previsione qualche progetto di rilancio del porto di Gioia Tauro, sottraendolo al controllo della ‘Ndrangheta, o se per i futuri piani di sviluppo intenda specializzarsi nella trasformazione della Calabria in una discarica speciale per il trattamento di armi chimiche”.

“Infine- ha concluso Rampelli- sono ancora troppe le questioni aperte, come l’ipotesi del processo di idrolisi nel Mediterraneo che, essendo notoriamente un mare chiuso, rischia danni ecologici oggettivi e permanenti”.
 
Roma, 8 luglio 2014

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