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Il tempo, Intervista a Rampelli: La destra che verrà

  • 30 Novembre 2014

Rampelli: “Se Matteo aspira a guidare la coalizione cancelli subito la secessione” A Berlusconi: “Basta con le nomine dall’alto. Il leader lo scelgano gli elettori”


«Il circuito mediatico si è tuffato a pesce sull’”altro Matteo” e ha fatto dimenticare la natura antimeridionale della Lega. Salvini non può essere il leader nazionale del centrodestra». Fabio Rampelli, capogruppo Fdi-An alla Camera, è stufo della «glorificazione» del segretario del Carroccio. E attacca: «Il leader vanno scelti dal basso, non nominati».

Onorevole Rampelli, Berlusconi sembra aver fatto la sua scelta…
«Berlusconi deve capire una volta per tutte che la Seconda Repubblica, fondata su un leaderismo esasperato, è finita. Se si vuole presidiare il diritto degli italiani a una democrazia dell’alternanza e battere Renzi alle prossime elezioni, occorre rifondare il centrodestra e far scegliere il leader alla gente».

Salvini le andrebbe bene?
«È il miglior capo della Lega, ma non può fare il leader della coalizione. Chi vuole la secessione, come dice il loro statuto, è incompatibile con ruoli di sintesi. Se vogliono guidare la coalizione, eliminino quell’articolo e si pentano delle idiozie dette negli anni».

È roba vecchia…
«No, non è così. Certo, non parliamo dei fucili di Bossi o dell’impresentabile Borgherzio per il quale il tricolore sotto cui oggi manifesta ieri era “buono come strofinaccio per pulire la cacca dei piccioni”. In piena campagna per le Europee la Lega ha celebrato il referendum per l’indipendenza del Veneto. E ad Atreju, neanche due mesi fa, Salvini non è arretrato di un centimetro sulla secessione. Si presenta meglio ma è come Bossi e, quindi, più pericoloso».

Non basta, come prova di buona volontà, il voler fondare una Lega anche al Sud?
«No, anzi: è un’offesa al sud. Due giorni fa il capogruppo leghista ha protestato perché nella legge di stabilità è stato reintrodotto il finanziamento per i lavoratori socialmente utili del Sud, che aveva fatto dichiarare inammissibile. Migliaia di famiglie a Napoli come a Palermo che andrebbero per strada. Gioire perché qualcuno perde il lavoro è da incivili. Senza contare il voto contrario a tutti gli impegni per lo sviluppo del Mezzogiorno. Noi chiediamo un piano Marshall per il sud, la Lega resta nei fatti antimeridionale. Vuole strumentalizzarlo per mietere un po’ di voti. Nient’altro».

Almeno sull’immigrazione siete d’accordo?
«In parte. Non basta abbaiare alla luna, tra un po’ ci diranno che gli immigrati vanno saponificati. Noi vogliamo essere rigorosi ma concreti. Vogliamo stroncare il mercato di uomini che ingrassa la criminalità, chiudendo un accordo con la Libia e mandando sì la nostra Marina, ma a 5 miglia dalla costa per respingere chi infrange anche la legge libica, riaccompagnandolo indietro. Far realizzare dall’Ue in Nord Africa centri per raccogliere lì le domande di asilo, non in Italia, e smistare i rifugiati tra le nazioni richieste. Solo così si salvano vite e si abbassa la pressione sull’Italia. E poi vogliamo più sicurezza rafforzando le forze dell’ordine, non ci convincono gli sceriffi locali né le ronde».

Cosa pensa della proposta politica di Raffaele Fitto?
«Ha avuto coraggio, per noi è un interlocutore importante per costruire il futuro.

Chi vincerebbe le primarie tra Fitto e Salvini?
«Le vincerebbe Giorgia Meloni. Ha un gradimento straordinario e cultura politica superiore ed è sempre stata lineare. L’Italia oggi è come la Terra di Mezzo della saga tolkeniana, circondata dalle forze del male. Ci vuole un hobbit per salvarla, non un uomo qualunque».
Carlantonio Solimene (Il Tempo)

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