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Banche, Rampelli: Da Patuelli attacco indecente a legge dello Stato

  • 10 Luglio 2013

«Le parole del presidente dell’Abi Patuelli sulla nazionalizzazione dell’azionariato della Banca d’Italia ci lasciano davvero basiti. La legge 262 del 2005, che stabilisce di riportare la proprietà della nostra Banca centrale in mano pubblica, non presenta affatto dubbi di costituzionalità e non deve in nessun modo essere superata. È invece una priorità nazionale che questa legge sia attuata il prima possibile superando l’inerzia dei governi che si sono succeduti in questi anni, per sottrarre definitivamente via Nazionale dall’influenza che le banche private esercitano oggi sull’Istituto. La Banca d’Italia deve tornare a essere organo terzo di vigilanza rispetto al sistema bancario privato, nel rispetto del principio della tutela del risparmio sancito dalla nostra Costituzione».

È quanto dichiara il vicepresidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli.

«L’attacco indecente di Patuelli a una legge dello Stato – ha aggiunto Rampelli – ci fa capire perché la stessa sia stata disattesa, nonostante un organo sovrano in nome e per conto del popolo italiano abbia preso 8 anni fa una decisione incontrovertibile. Chi si è ribellato all’applicazione della legge che avrebbe dovuto far tornare la Banca d’Italia nelle mani degli italiani ha compiuto in atto eversivo, altro che incostituzionalità. Perché  l’Abi vuole bloccare questa operazione di trasparenza? Non bastano le decine di scandali che hanno travolto diversi istituti bancari nei decenni, grazie alla straordinaria inefficienza di via Nazionale con i cittadini uniche vittime della sparizione di miliardi di euro? Sulla materia Fratelli d’Italia ha già calendarizzato un question time».

Roma, 10 luglio 2013

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