…PERSECUZIONE, DOPO LA NDRANGHETA… LO STATO. L’imprenditore Bentivoglio, vittima della ‘ndrangheta e di Equitalia è al centro del question time di domani presentato dal l capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli, dalle 15 in poi con diretta Rai televisiva (canale da stabilire).
Rampelli ha presentato un’interrogazione sul caso dell’imprenditore che si è rifiutato di pagare il pizzo alla malavita organizzata calabrese e per questo ha subito 3 attentati dinamitardi e incendiari da parte della ‘ndrangheta. A tutto ciò si è aggiunta Equitalia che ha messo all’asta l’abitazione a causa del mancato pagamento dei contributi INPS per i sui dipendenti. “Bentivoglio –ha spiegato Rampelli – ha preferito non pagare l’Istituto piuttosto che licenziare i suoi collaboratori. E’ del tutto paradossale quanto sta vivendo quest’uomo- ha osservato Rampelli- dovrebbe essere trattato da eroe, un esempio per lo Stato che dovrebbe proteggerlo per la capacità di resistere alla malavita organizzata, e invece di difenderlo anche da un punto di vista economico, consente a Equitalia di mandarlo definitivamente in rovina nonostante esista una legge specifica finalizzata al sostegno delle vittime di richieste estorsive. Del resto, se il ‘fatturato’ della criminalità è entrata nel Prodotto interno lordo…è evidente che tutti i parametri saltano”.
RAMPELLI. Al Ministro dell’Interno. Per sapere – premesso che:
l’imprenditore di Reggio Calabria Tiberio Bentivoglio si è ribellato alla ‘ndrangheta, rifiutandosi di pagare il pizzo e denunciando i suoi estorsori, nel frattempo condannati;
dal 1992 è testimone di giustizia ma ha continuato a subire minacce, attentati, danneggiamenti e persino un tentato omicidio che oggi lo costringe a vivere sotto scorta;
la sua attività imprenditoriale è ormai ad un passo dal fallimento, dopo che prima ben tre attentati dinamitardi ed incendiari hanno devastato il suo negozio e il magazzino, mandando in fumo milioni di euro di merci, poi seguito da un crollo del fatturato pari al 75% visto il sensibile calo di clienti, dovuto alla paura di frequentare il suo negozio;
a tutto ciò si sono aggiunti lo sfratto esecutivo dai locali del negozio, Equitalia che gli ha notificato l’imminente vendita all’asta della sua casa, e le banche che non gli accordano più alcun credito;
il debito con Equitalia deriva dal mancato pagamento dei contributi INPS per i suoi dipendenti, scelta che l’imprenditore ha fatto pur di non licenziarli, in una Calabria dove la disoccupazione tocca cifre da capogiro;
la legge 23 febbraio 1999, n. 44, nata con l’intento di proteggere le vittime delle richieste estorsive e dell’usura, prevedendo a tal fine anche l’istituzione di un fondo per i risarcimenti, ha dimostrato, con riferimento al caso di specie, tutte le sue lacune, sia per quanto riguarda la lentezza dei tempi per la concessione dei benefici economici, sia per l’esiguità degli stessi – all’imprenditore in questione sono stati versati appena sedicimila euro, sia per i tempi di sospensione dei procedimenti esecutivi a carico dei beneficiari della legge, troppo limitati nel tempo -:
quali urgenti iniziative intenda assumere con riferimento la caso dell’imprenditore di cui in premessa, e quali strumenti, anche normativi, intenda adottare al fine di tutelare compiutamente le vittime della criminalità organizzata che aiutano lo Stato nella lotta contro le stesse.
RAMPELLI