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Consulenti finanziari, intervento del vicepresidente Rampelli

  • 19 Giugno 2018

PRESENTAZIONE DELLA RELAZIONE 2017 DELL’ORGANISMO DI VIGILANZA E TENUTA DELL’ALBO UNICO DEI CONSULENTI FINANZIARI

19 giugno 2018

Sala della Regina- Palazzo Montecitorio h. 11.15

Autorità, Signore e Signori,

         rivolgo cordiale benvenuto presso la Sala Regina della Camera dei deputati a tutti i presenti. Un saluto alla presidente dell’Organismo di Vigilanza e tenuta dell’Albo unico dei consulenti finanziari,  Carla Rabitti Bedogni, ai vice presidenti Marco Tofanelli e a Elio Conti Nibali, al commissario Consob Paolo Ciocca.

         Ci troviamo oggi qui riuniti per la presentazione della Relazione annuale 2017 dell’OCF (l’Organismo dei consulenti finanziari) un organismo che opera in uno dei settori più sensibili della nostra economia, quello del risparmio degli italiani, la cui importanza è sancita dalla Costituzione che all’articolo 47 recita: “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito”.

         Alla luce di questo principio è di tutta evidenza il ruolo fondamentale che tutti gli organismi di controllo sono tenuti a svolgere non solo nella promozione del risparmio, che dipende naturalmente dalla capienza economica delle famiglie e dei singoli individui, ma anche e soprattutto nel rispetto delle regole con cui sono raccolti e investiti i risparmi  stessi degli italiani.

         La crisi finanziaria che dagli Stati Uniti d’America ha coinvolto, l’Europa e ha contraddistinto questi ultimi 10-12 anni lo scenario mondiale,  si è associata in Italia a una pesantissimo stallo economico. Questo stallo  è stato ulteriormente peggiorato dalle politiche di austerità che l’Unione Europea ha  prescritto agli Stati membri, fino a limitare l’autonomia statuale nelle politiche di sviluppo.

         L’Italia più di altri Paesi ha subito i contraccolpi di scelte di austerità che, lungi dal tagliare il debito pubblico, hanno di fatto penalizzato l’economia reale, e impoverito le piccole e medie imprese.

         Siamo stati per almeno 6 decenni una Nazione di grandissimi risparmiatori. Anche nei momenti più delicati della crisi finanziaria internazionale, nessuno ha mai messo in dubbio la capacità di tenuta dell’Italia grazie alla solidità del risparmio italiano, oscillante in questo ultimo quinquennio dai 4mila miliardi di euro ai 6000 mld. I numeri che ci esporrà la presidente Carla Rabitti Bedogni dimostrano un incremento record di raccolta tramite le reti dei consulenti finanziari (solo nel 2017 pari 39,2mld di euro) con incremento a doppia cifra rispetto agli scorsi anni (18,9% rispetto al 2016).

          Gli scandali che hanno colpito diversi istituti di credito negli ultimi anni, a scapito di correntisti, sono l’esempio più drammatico di quanto ancora sia difficile tutelare e promuovere il risparmio secondo principi di correttezza, lealtà, rispetto delle regole. Le migliaia di correntisti beffati e circuiti dimostrano quanto gli organismi di  controllo e vigilanza siano fragili, costretti a intervenire ex post trovandosi talvolta di fronte a epifenomeni di proporzioni enormi e condotte illecite senza avere i necessari strumenti per prevenirli.

         Il mercato finanziario è rischio per antonomasia. Quindi chi si avvicina sa che c’è una dose di incertezza, seppure ormai misurabile e affronta questo rischio consapevolmente. Il problema, come è emerso nel recente passato, è stata l’inconsapevolezza di ciò che il risparmiatore sottoscriveva anche perché spesso motivato dalla propria banca di fiducia che nella maggior parte dei casi si avvaleva di personale non adeguatamente formato e adeguato per la gestione di questi prodotti proposti.

         Un vulnus che si è dimostrato esiziale per i risparmiatori, gli istituti di credito, la credibilità e l’autorevolezza del sistema bancario verso il quale gli italiani mostrano sempre maggiore diffidenza.

         Sappiamo che in questo meccanismo  la responsabilità esula dal vostro campo di competenza ma se gli italiani cominciano a diffidare di coloro che gestiscono i loro risparmi la disaffezione alla lunga può colpire tutti indistintamente, banche e consulenti.

         Sono certo che se ci fossero stati maggiore professionalità e rispetto di un codice etico da parte degli istituiti avvalendosi anche di figure  precise avremmo conosciuto un’altra storia. Ritengo per questo strategica l’attribuzione al vostro organismo di quei compiti di vigilanza sui consulenti finanziari, privi fino a ieri di uno strumento di controllo. Ci auguriamo che l’iter procedurale di attribuzione delle competenze da parte della Consob sia veloce.

         Ma nel mondo del credito e della finanza considero  altresì di primaria importanza una precisa differenziazione tra banche d’affari e banche commerciali, una proposta rimasta purtroppo nei cassetti della XVII legislatura che tutelerebbe ulteriormente risparmiatori e operatori.

         La materia finanziaria è centrale nell’economia moderna, lo dimostrano le conseguenze e la durata della depressione mondiale, ancora lenta da smaltire.          Per questo auspico ci sia spazio anche di approccio culturale per formare le nuove generazioni a maggiore consapevolezza (I dati ci dicono che  il 50% dei risparmiatori disconosce le nozioni di base dell’economia e della finanza).

         Poche iniziative sono state intraprese fin qui al riguardo, molto ancora va esplorato, a iniziare dalla promozione del valore del denaro, evitando così da adulti di finire nelle trappole di ‘Lupi di Wall Street’ in salsa italiana.

         Per raggiungere questi obiettivi ci affidiamo anche a voi, alle vostre conoscenze e alla vostra densità, due elementi mai scindibili nella carriera di un professionista e nel percorso di un’intera comunità. Siete un piccolo esercito e, svolgendo il vostro lavoro, potete assolvere a una funzione etica e sociale con capillarità difficilmente eguagliabile. L’Italia confida sulla vostra preparazione e responsabilità.

Buon lavoro.

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