“Anche Giovanni Rezza, già dirigente di ricerca dell’Istituto superiore di sanità e membro della task farce coronavirus, in commissione Covid ha rivelato che le decisioni venivano prese dalla politica, non dalla scienza. Ma non solo. L’esperto ha aggiunto: ‘Fui io il primo a chiedere la zona rossa in Val Seriana’ e ‘non chiudere fu una scelta politica’. Ormai, quindi, è chiaro a tutti: Giuseppe Conte e il suo governo ignorarono la scienza e abbandonarono la Val Seriana al suo destino. All’inizio della pandemia, il 3 marzo 2020, la Regione Lombardia chiese ufficialmente la chiusura immediata, ma Palazzo Chigi si oppose sebbene fossero favorevoli non solo l’Iss e il Cts, ma anche il ministro della Salute Roberto Speranza.
Dopo anni di bugie e silenzi, grazie alla commissione Covid, si aggiunge un altro tassello importante per il raggiungimento della verità. L’allora premier Conte esitava, calcolava, scaricava responsabilità: prima sostenne che fosse la Regione a poter decidere, poi rifiutò di firmare il decreto di chiusura della Val Seriana. Fu lui l’8 marzo a dare l’ordine di ritirare i militari e le forze dell’ordine schierate in Lombardia? Perché il governo Conte preferì lo scontro istituzionale anziché proteggere i cittadini? Questi sono i nodi che Conte e Speranza non hanno mai sciolto e che oggi ritornano come un macigno. Gli italiani hanno diritto alla verità”. Lo dichiara il deputato Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Covid.
“Le rivelazioni dell’ex membro del Comitato Tecnico Scientifico, Giovanni Rezza, sono una sentenza politica durissima: Giuseppe Conte e Roberto Speranza hanno trascinato il Paese nel caos comunicativo e nella sfiducia verso lo Stato. Non c’era alcun piano di comunicazione del rischio, nonostante fosse previsto da anni. La verità è che il governo Conte e il Ministero della Salute di Speranza hanno preferito l’improvvisazione e la propaganda alla trasparenza e alla scienza. Rezza ha ammesso: ‘Credo che non abbiano funzionato né la comunicazione istituzionale, né quella non istituzionale’.
Ha svelato l’assenza di una strategia seria per informare i cittadini. Così, mentre il virus correva, Speranza affidava la gestione comunicativa all’ufficio stampa politico, e Conte si produceva in dichiarazioni gravemente fuorvianti: il 21 febbraio 2020 garantiva che ‘la situazione è sotto controllo’, pochi giorni dopo assicurava che ‘l’Italia è un Paese sicuro’. Bugie per calmare l’opinione pubblica, smentite nel giro di giorni dall’esplosione dei contagi e dagli ospedali al collasso. Il risultato è stato devastante: infodemia senza controllo, cittadini disorientati, istituzioni screditate nel momento più drammatico della nostra storia recente.
Oggi è doveroso affermarlo con chiarezza: Conte e Speranza hanno tradito la responsabilità istituzionale per salvare la propria immagine politica. La comunicazione sul Covid è stata una catastrofe che ha contribuito a isolare i cittadini, spaccare il Paese e alimentare fake news e paure. L’Italia non può permettersi che chi ha gestito così male l’emergenza resti senza rispondere del proprio operato”, aggiunge Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori di Fratelli d’Italia e componente della commissione Covid.