“Dai verbali dell’audizione dell’ex direttore generale aggiunto dell’Oms e già componente del Cts, il dottor Ranieri Guerra, desecretata oggi, emergono vecchie e nuove lacune sulla gestione della pandemia. Il piano pandemico del 2006 aveva un finanziamento pari a zero e, di conseguenza, era impossibile attuarlo. Inoltre, nonostante le sollecitazioni dell’Oms, né il ministro Beatrice Lorenzin né il ministro Giulia Grillo hanno provveduto ad aggiornarlo. Come se non bastasse, Guerra rivela che i membri dell’allora Cts Brusaferro, Miozzo e Urbani non lessero il piano pandemico influenzale 2006 prima di maggio o giugno 2020.
Questo è molto grave perché, come ha spiegato l’ex dirigente dell’Oms le misure non farmacologiche di un piano pandemico sono sempre le stesse da duecento anni ed è compito della scienza metterle in atto il prima possibile. A conferma di ciò, ricordo che l’Oms il 6 e il 12 febbraio 2020 emanava due circolari in cui suggeriva agli Stati di usare i piani pandemici influenzalemi. Infine, Guerra dichiara che il Piano nazionale di difesa, utilizzato da Conte e Speranza, non è mai stato né discusso né attuato in Cts.
Come Fratelli d’Italia pretendiamo che si faccia piena luce su tutti questi punti oscuri perché la gestione della pandemia è un tema che merita chiarezza e trasparenza. Lo dobbiamo ai tanti italiani che hanno perso i loro cari e che hanno ingiustamente sofferto le negligenze di una classe politica che fortunatamente ora sta all’opposizione”. Lo dichiara Antonella Zedda, vicepresidente dei senatori di Fratelli d’Italia e componente della commissione Covid.
“Il Covid circolava nel nord Italia liberamente già dai mesi di settembre e ottobre del 2019. È quanto risulta dai verbali dell’audizione del dottor Ranieri Guerra, già direttore generale aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ed ex componente del Comitato Tecnico Scientifico, che si è tenuta in commissione Covid alcuni mesi fa e che è stata desecretata proprio oggi. Ad avvalorare questa tesi, secondo Ranieri Guerra, vi sono varie biopsie e una campionatura delle acque reflue effettuata nelle città di Milano, Torino e Bologna. Ma non solo.
L’ex direttore generale aggiunto dell’Oms, nel corso della sua audizione, ha ricordato che proprio il massimo organismo internazionale in ambito sanitario aveva offerto gratuitamente l’uso della piattaforma per la sorveglianza clinica, ma il dottor Giuseppe Ippolito, infettivologo che faceva parte del Cts, aveva rifiutato tale aiuto. L’Oms aveva offerto anche un supporto sul piano della comunicazione, aspetto fondamentale in pandemia, perché il modo di comunicare dell’Italia era ritenuto evidentemente inadeguato, eppure la proposta rimase inevasa.
Alla luce di queste rivelazioni ci chiediamo perché l’allora governo Conte ha sottovalutato i picchi di influenze anomali che si verificarono nell’autunno del 2019? E perché ha rifiutato l’aiuto dell’Oms? Non eravamo ‘prontissimi’ ad affrontare questa pandemia e perciò avremmo preferito una minore sfrontatezza verbale da parte dell’allora premier Giuseppe Conte”, afferma in una nota il senatore di Fratelli d’Italia Guido Liris, componente della commissione Covid.