“Una donna albanese espulsa da un anno reitera per un anno intero il reato permanendo sul territorio dello Stato italiano ma per il giudice è fatto di particolare tenuità e quindi non punibile. Accade questo a Torino, accade questo quando i giudici sono accecati dalla ideologia, accade questo quando i giudici si sostituiscono al legislatore, accade questo quando i giudici militano prima di giudicare. È un’Italia tutta da cambiare a partire da strumenti come la “non punibilità per tenuità del fatto” che lascia troppi margini di discrezionalità a chi, evidentemente, ne abusa. Forse è il caso di pensare all’abrogazione della non punibilità per fatto lieve che ha partorito decisioni arbitrarie e sommamente ingiuste. Meno discrezione ai giudici e più vincoli normativi”.