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Giornata del ricordo, Rampelli: Nessun rispetto per la tragedia

  • 10 Febbraio 2015

Non resta che affidarsi a Sanremo… “Due minuti per celebrare la Giornata del Ricordo in un’aula deserta e dopo insistenti nostre richieste. Divieto ai deputati di partecipare alla commemorazione prevista in Sala della Regina…


…alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per concomitanti e ostinate votazioni sulle riforme costituzionali che non hanno alcuna scadenza. In questo quadro desolante si dimostra di non avere rispetto per la tragedia che ha colpito migliaia di famiglie italiane infoibate sul confine orientale, donne, bambini e anziani gettati in precipizi rocciosi profondi centinaia di metri e lasciati morire di dolore e stenti senza pietà”. E’ quanto ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli intervenendo in aula sulla Giornata del Ricordo.

“Non c’è pentimento – ha precisato il capogruppo –  da parte delle istituzioni per l’oblio riservato a tutti quegli italiani costretti all’esodo, all’abbandono dei propri beni e dei propri affetti, agli insulti con i quali folle di comunisti li accoglievano alle stazioni e nei porti d’approdo. Non c’è consapevolezza della necessità di ricomporre la memoria storica del popolo italiano, considerando le vittime istriane, giuliano e dalmate, ma anche quelle delle guerre di Russua, Albania, Grecia, Egitto, Etiopia, come vittime italiane, prive di connotazione politico-ideologica e cadute per l’Italia e non per il suo regime”.

“Non c’è desiderio di riscrivere la storia alla ricerca della verità – ha osservato-  ripulendola dalla menzogna, dalla propaganda e dalle omissioni che mortificano la comunità nazionale e le impediscono di riconciliarsi fino in fondo con il proprio passato come condizione per costruire il proprio futuro”.

“Il definanziamento del Museo storico di Fiume – ha puntualizzato Rampelli –  che peraltro aveva assegnate poche decine di migliaia di euro, il muro fatto dal governo su ipotesi di risarcimento per le famiglie italiane costrette alla povertà a causa dell’italianità, l’inesistente attività diplomatica per indurre la Croazia, a maggior ragione per il suo ingresso nell’Ue, a restituire i beni espropriati ingiustamente alle famiglie italiane dimostrano che il 10 febbraio per Governo e Parlamento è solo una formalità”.

“Non resta a questo punto – ha concluso il capogruppo – che affidarsi a Sanremo e alla Rai, nella speranza che l’annunciata commemorazione di Conti sia più seria delle sceneggiate del Palazzo”.

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