“Le critiche secondo cui la riduzione della seconda aliquota Irpef favorirebbe i redditi più alti sono smentite dai numeri: il taglio dal 35 al 33% riguarda oltre 10 milioni di contribuenti, e tre quarti di essi dichiarano meno di 50mila euro lordi annui. È improprio definire ‘ricco’ un padre di famiglia monoreddito con 50mila euro di reddito. Il Governo Meloni sta portando avanti scelte strutturali grazie alla stabilità, non misure orientate al consenso immediato.
Il taglio non è una tantum, ma parte di un percorso previsto dalla Delega Fiscale. La misura vale 2,9 miliardi nel 2025, ma nel quadro complessivo 2025–2026 pesa 21 miliardi, un punto di PIL: la più significativa misura redistributiva strutturale degli ultimi anni. Riguarda 13,6 milioni di contribuenti, tre quarti sotto i 50mila euro, con benefici fino a 440 euro. A ciò si aggiungono la detassazione del trattamento economico accessorio, l’aliquota del 5% sugli aumenti retributivi e quella del 15% su turni, notturni e festivi”. Lo afferma il senatore Antonella Zedda, vicecapogruppo di Fratelli d’Italia al Senato.