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Letta a Bruxelles, FdI: Premier evasivo su rinegoziazione trattati, banche, Marò e immigrazione

  • 29 Gennaio 2014

Letta a Bruxelles, FdI: “Ho posto quattro domande precise al premier Letta in visita a Bruxelles, ma in tema di rinegoziazione dei trattati Ue, banche, marò e immigrazione, Letta ha sorvolato, probabilmente perché non ha risposte”. Lo afferma Carlo Fidanza, capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento Europeo. “Secondo noi – continua Fidanza – il semestre italiano di presidenza Ue deve essere l’occasione per rinegoziare gli insostenibili vincoli dei trattati europei e abbiamo chiesto a Letta, ma senza ricevere una risposta soddisfacente, se anche da parte del suo Governo ci sia questa volontà.

Inoltre, la Commissione Europea vuole finalmente separare le banche commerciali dalle banche di investimento, ma sembra che il governo italiano sia contrario. Anche su questo tema Letta è stato evasivo. Inoltre – continua Fidanza – dopo due anni si dice finalmente che bisogna ‘internazionalizzare il caso Marò’ ma il Governo non sta ridiscutendo la presenza italiana nelle missioni internazionali, non sta chiedendo l’arbitrato per rivendicare la giurisdizione, non sta sostenendo la proposta di interrompere il negoziato per il libero scambio Ue-India. Il governo ci sbandiera come grande vittoria il Consiglio europeo del prossimo giugno dedicato all’immigrazione, ma nel giugno 2013 ha firmato gli accordi “Dublino 2”. Fratelli d’Italia – continua Fidanza – punta invece ad ottenerne una revisione per ridistribuire rifugiati in tutta Ue”. 

“La cosa ancora più inquietante – aggiunge Marco Scurria, eurodeputato di FdI – è che il premier ci ha spiegato che durante il semestre dovremo dimostrare di essere dei bravi scolaretti, di avere i conti in ordine, di chiudere le procedure di infrazione, di fare le privatizzazioni (naturalmente ha taciuto su quella scandalosa di Bankitalia). Anziché dimostrare di volersi battere per rimettere in discussione l’attuale assetto siamo già pronti a sottometterci a nuovi esami e compiti a casa dettati dalla Merkel e dalla burocrazia europea. Con queste premesse il semestre italiano rischia di trasformarsi in una Caporetto”.

Roma, 29 gennaio 2014

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