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Marò, Cirielli: Basta parole, aprire crisi internazionale

  • 18 Febbraio 2014

«L’intera strategia adottata finora sulla vicenda dei due marò dai Governi Monti e Pd-PdL è stata un fallimento, e le forze politiche che li hanno sostenuti sono state acquiescenti all’ingiusta e illegale giurisdizione indiana, trattando con sufficienza chi, come il sottoscritto e il partito di Fratelli d’Italia, invocava l’internazionalizzazione della crisi e la necessità di ricorrere al diritto internazionale».

È quanto dichiara Edmondo Cirielli, deputato di Fratelli d’Italia e componente della Commissione Esteri della Camera, in merito al nuovo rinvio dell’udienza del caso dei due fucilieri della Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone.

«Lo stesso ministro Emma Bonino – spiega – come risulta dagli atti parlamentari, aveva più volte invitato al silenzio, perché tutto sarebbe finito per il meglio».

«Bisogna dare atto ai presidenti delle Commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato – continua Cirielli – di aver parlamentarizzato la crisi e posto l’accento sulla mia posizione e su quella di Fratelli d’Italia. Ora è necessario passare dalle parole ai fatti, aprendo una crisi internazionale, bloccando la nostra partecipazione alle missioni più care all’ONU, Libano e anti-pirateria, minacciando di uscire anche dalle altre a partire dall’Afghanistan. Solo interrompendo subito le prime due si capirà che facciamo sul serio».

«E’ poi necessaria – conclude Cirielli –la messa in stato d’accusa di Monti, perché nella vicenda si profila un attentato alla Costituzione. E mi attiverò in Parlamento in tale direzione, mentre si continua a registrare lo strano silenzio del premier incaricato Matteo Renzi sulla vicenda».

 

Roma, 18 febbraio 2014

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