“A fronte di questi atti parlamentari ai quali Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale dà il proprio sostegno, ci aspettiamo risposte concrete da parte del Governo e speriamo che quelle forze di maggioranza, che oggi hanno sostenuto in maniera corretta alcune ragioni, non dell’Italia meridionale, ma dell’Italia nel suo complesso, siano poi coerenti nel portare avanti la loro presenza in maggioranza”. È quanto ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Edmondo Cirielli intervenendo in aula sulle mozioni a sostegno del Mezzogiorno.

“Quella del Mezzogiorno- ha puntualizzato-  è una crisi drammatica che i Governi di larghe intese (PD, Forza Italia ed altri), in questi ultimi tre anni, hanno drammaticamente esaltato. La stretta finanziaria,  ha colpito sicuramente tutte le realtà nazionali, ma  in maniera assai più grave, i Comuni, le Regioni e le Province che rappresentano l’Italia meridionale. Il PIL dell’Italia meridionale in alcune regioni è inferiore al PIL della Grecia”.

“Il calo dell’occupazione – ha aggiunto-  è ben oltre il dato nazionale e, per quanto riguarda i giovani e le donne, raggiunge cifre prossime al 50 per cento. Se andiamo a vedere la cartina geografica delle autostrade, delle strade e delle ferrovie e confrontiamo l’Italia meridionale con l’Italia settentrionale, troviamo una cosa vergognosa: la Basilicata non ha un’autostrada e non ha l’alta velocità; non esistono un’autostrada e l’alta velocità tra Reggio Calabria e Taranto. Andiamo a verificare gli assi e i corridoi dei trasporti est-ovest, ovest-est dell’Italia settentrionale e vedremo un’autentica vergogna. Uno Stato serio dovrebbe intervenire sulle infrastrutture. Noi avremmo bisogno innanzitutto di dotare l’Italia meridionale di infrastrutture uguali o perlomeno tendenzialmente simili all’Italia settentrionale, altrimenti l’Italia meridionale non potrà mai decollare”.

“Fratelli d’Italia sostiene queste mozioni – conclude Cirielli-  Per noi l’impegno per la questione meridionale è innanzitutto una questione nazionale. Riteniamo che non ci sia bisogno né di assistenzialismo né di clientelismo  ma innanzitutto, di infrastrutture, di una politica creditizia che metta in condizione gli imprenditori di non essere salassati dagli amici di Renzi, cioè dalle banche, e di avere quel credito, invece, che possa consentire di rilanciare gli investimenti, il PIL e, quindi, l’occupazione”.