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Naufragio, Rampelli: Governo revochi firme Italiane al trattato di Dublino

  • 5 Ottobre 2013

«Se siamo tutti d’accordo nel considerare una vergogna il trattato europeo di Dublino sul diritto d’asilo in Europa firmato da Andreotti e De Michelis negli anni Novanta, il governo Letta revochi simbolicamente le firme italiane e ne faccia scrivere un altro. L’Italia deve costringere Bruxelles a promuovere politiche sull’immigrazione giuste e accordi multilaterali onerosi di investimenti nei Paesi poveri per aiutarli a non morire con la fuga delle migliori intelligenze e delle persone più aperte, coraggiose e giovani. Perché non c’è niente di umanitario nel consegnare immigrati alla malavita organizzata e nel vedere uomini, donne e minorenni sfruttati dal racket della prostituzione o dormire negli anfratti, nei parchi, sotto le pensiline e vicino ai portoni.

È ora di rimettere seriamente le mani sulla cooperazione internazionale, per riformarla e rilanciarla, perché è semplicemente folle pensare che una Nazione con oltre 2 mila miliardi di debito e la disoccupazione giovanile al 40% sia in grado di dare una soluzione a questa tragedia con i soli canali umanitari o con l’abolizione del reato di clandestinità. La strage di Lampedusa ci ha colpito tutti ma il governo non deve legiferare sotto i colpi dell’emotività, magari accogliendo visioni demagogiche e dannose sia per l’Italia ma soprattutto per quelle Nazioni che avremmo l’illusione di aiutare. Noi dobbiamo regolamentare e non spalancare le frontiere. Lo Stato italiano è una grande famiglia, generosa e che sente di volersi impegnare. Ma bisogna avere il coraggio di dire, con chiarezza, che non esiste alcuna beneficenza senza capienza, perché moltiplica la povertà e alimenta solo lo sfruttamento». 

È quanto dichiara il vicepresidente dei deputati di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli.

Roma, 04 ottobre 2013

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