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Palestina, Rampelli: Riconoscimento reciproco e immediata ripresa…

  • 27 Febbraio 2015

…DEL NEGOZIATO BILATERALE. “Il dibattito sulla politica estera è stata l’occasione per ribadire la nostra posizione sul Medio Oriente: due popoli e due Stati. Riconoscimento, cioè,  dello Stato di Palestina a condizione…


…del reciproco riconoscimento dello Stato israeliano, con immediata ripresa del negoziato bilaterale a garanzia del diritto alla pace, alla sicurezza, alla prosperità economica per entrambi gli attori e, soprattutto, per i bambini e i soggetti deboli arabi e israeliani, vere vittime di questa guerra interminabile”. E’ quanto ha dichiarato il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli intervenendo sulla mozione per il riconoscimento dello Stato della Palestina, di cui è primo firmatario.

“Se l’Italia vuole svolgere un vero ruolo rivoluzionario – ha osservato il capogruppo- non deve seguire le posizioni ideologiche dell’ultrasinistra né lavarsi le mani con i proclami banali della maggioranza governativa”.

“Può e deve tutelare i propri interessi – ha concluso Rampelli- assumendo un ruolo politico-diplomatico più attivo e facendosi alfiere del processo di pace. Il resto è solo propaganda”.

 

Testo della mozione

La Camera

 

premesso che:

 

si esprime profonda preoccupazione per il continuo aggravarsi della crisi che avvolge tutta la regione mediorientale e nordafricana, che nell’ultimo anno ha segnato un significativo arretramento delle prospettive di un’intesa capace di mettere fine alle storiche ostilità israelo-palestinesi; 

quello scoppiato a luglio 2014 è solo l’ultimo conflitto in 27 anni tra Israele e Hamas, organizzazione politica e paramilitare palestinese creata nel 1987;

tale ennesima guerra, nella tradizione di ogni evento bellico, ha finito per rafforzare le ragioni delle parti più estremiste dei due contendenti, allontanando automaticamente la possibilità di una pace duratura, vera premessa per il riconoscimento dello Stato palestinese;

le elezioni anticipate indette in Israele per il 17 marzo hanno di fatto nuovamente congelato la prospettiva di nuove iniziative negoziali e determinato ulteriori tensioni;

la recente decisione svedese di riconoscere uno Stato palestinese e l’adozione nei parlamenti britannico, irlandese, spagnolo, francese, portoghese ed europeo di mozioni non vincolanti che impegnano in tal senso, rappresentano una novità che ha rilanciato il dibattito parlamentare anche in Italia;

la situazione geopolitica mediorientale appare estremamente delicata e occorre spazzare il campo da tentativi di strumentalizzazione tesi a far prevalere un obiettivo di parte sul conseguimento della pace e della stabilità nella regione, interesse condiviso dalla maggioranza della comunità internazionale e certamente dall’Europa mediterranea;

il governo palestinese in carica, che ha assunto le proprie funzioni il 2 giugno 2014, è il frutto della riconciliazione tra Fatah e Hamas, ma sulla tenuta dell’accordo e sui suoi esiti pesano il conflitto tra Hamas e Israele nella Striscia di Gaza della scorsa estate, conclusosi con la tregua del 26 agosto 2014 e le continue frizioni tra Hamas e Fatah;

riconoscere unilateralmente uno Stato che si fondi nel Movimento di Resistenza islamica Hamas che, a oggi, appare nella lista delle organizzazioni terroristiche, significherebbe riconoscere che il Processo di Oslo e il principio del negoziato tra israeliani e palestinesi sulle questioni Gerusalemme, sicurezza, confini e rifugiati – basi per la creazione di un effettivo Stato della Palestina –  sono sottratti alla cornice negoziale bilaterale, per divenire oggetto di “pronunciamenti” da parte di attori esterni;

così come ignorare tali risoluzioni può significare la vanificazione di iniziative politiche utili a indurre le parti a riaprire il negoziato e a rendere concreta la possibilità di riconoscere non solo due popoli, ma anche due stati nazionali distinti, chiedendo l’immediata sospensione della requisizione di nuove terre e della costruzione di nuovi insediamenti coloniali;

si ritiene pertanto necessario che la causa del processo di pace avanzi concretamente e non si accontenti di meri proclami attraverso la ripresa urgente del dialogo tra le parti coinvolte,  senza il quale è impensabile costruire una struttura statuale anche per la Palestina; 

considerato che prima di qualunque obiettivo politico occorre garantire la sicurezza a entrambe le comunità, specialmente alle persone indifese, bambini, donne e anziani su tutti, unitamente al rispetto di una convivenza civile pacifica, di un’integrazione solidale ed economicamente vantaggiosa per i due popoli e il diritto dei cittadini a una stabilità regionale che consenta di programmare il futuro delle nuove generazioni;

impegna il Governo:

a sostenere la causa del dialogo diretto tra le parti coinvolte, anche promuovendo un più deciso intervento dell’Onu e dell’Ue, per giungere in tempi rapidi all’obiettivo del riconoscimento dello Stato palestinese nella condizione di reciprocità con Israele, quindi in accordo bilaterale, al fine di garantire la concreta realizzazione della pace, della sicurezza, della cooperazione e della prosperità sociale ed economica.

 

Fabio Rampelli

Giorgia Meloni

Edmondo Cirielli

Massimo Corsaro

Ignazio La Russa

Pasquale Maietta

Gaetano Nastri

Marcello Taglialatela

Achille Totaro

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