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Pensioni, Rampelli: c’è di mezzo il referendum. Regali alle banche, nessuna garanzia per gli esodati, nessun taglio alle pensioni d’oro

  • 30 Settembre 2016

“Nessuno può essere contrario all’aumento delle pensioni minime, che è stato una delle misure di equità sociale vera del primo governo di centrodestra, tuttavia la tempestica di questa decisione ci fa inorridire”.  È quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli.

“C’è ancora una volta il referendum di mezzo – ha aggiunto-  che Renzi vuole vincere per salvare se stesso, non per aiutare i pensionati italiani e l’Italia. Non solo non si taglia la spesa pubblica (a proposito: che fine ha fatto la spending review?) ma si fa nuovo debito per mere marchette elettorali.  Se fosse orientato allo sviluppo, a un nuovo piano industriale, alla nuova occupazione, alla nascita di nuove famiglie e nuova natalità, all’abbattimento del costo del lavoro, alla diminuzione delle tasse, alla ripresa dell’economia con una decisa apertura di credito per le imprese, avrebbe un altro orizzonte”.

“In 30 mesi Renzi, che avrebbe dovuto aggredire i 2.200 miliardi di debito, ne ha aggiunti 145. La crescita è ferma, +0,6 in luogo dell’1,2 previsto dal governo. L’inflazione è a zero invece che all’1%, quindi la crescita nominale – unico indicatore riconosciuto in Europa – è inchiodata allo 0,6%.  Con la disoccupazione in crescita e le aziende che chiudono, dopo la ‘mancetta’ degli 80 euro e quella dei 500 ai ragazzi per il cosiddetto e immaginifico circuito culturale, Renzi cerca di comprarsi con i soldi delle generazioni future, il consenso al referendum  dei pensionati.

“Infine- ha concluso Rampelli – se vogliamo parlare di equità sociale, nessuna certezza per gli esodati,  nessun taglio alle pensioni d’oro, che sarebbe il vero segnale di cambiamento,  e al contrario  ancora regalie alle banche e alle assicurazioni che sui neo-pensionati anticipatari lucreranno interessi del 3% e stipuleranno milioni di polizze”.

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