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Potenza. Galella: In Basilicata sta diventando impossibile pescare

  • 17 Giugno 2013

«Il numero delle licenze di pesca per le acque interne di Basilicata è crollato vertiginosamente negli ultimi anni. Quella che in molte zone d’Italia si è trasformata in una risorsa economica e turistica, in Basilicata ovviamente è a rischio estinzione. La pesca nei fiumi e nei laghi, di cui la Basilicata è ricca come poche terre in Italia, sta praticamente scomparendo, il numero delle licenze in pochi anni è passato infatti da diverse migliaia e poche centinaia. Mentre nel resto d’Europa e in moltissime zone d’Italia la pesca nelle acque interne ha ritrovato vigore e rilancio economico attraverso una maggiore regolamentazione dei prelievi e maggiori controlli delle acque, la nostra regione anche in questo caso riesce ad andare controtendenza. I fiumi risultano sempre più inquinati, sempre meno ricchi di pesci autoctoni e i controlli sono sempre più sporadici. Gli ultimi colpi inferti a questa meravigliosa passione sono stati la chiusura della pesca nel lago Pertusillo e in alcune zone del fiume Agri per la creazione del parco nazionale della Val d’Agri. Una zona di pesca frequentatissima negli ultimi anni prima della chiusura soprattutto da persone provenienti da fuori regione. Le pesca nei parchi nazionali in molte zone in Italia non è vietata ma semplicemente regolamentata, controllata e prevede il rilascio dei pesci catturati».

È quanto dichiara Alessandro Galella, portavoce di Potenza di Fratelli d’Italia.

 

«In Basilicata ovviamente tutto questo sarebbe troppo virtuoso e il presidente del Parco della Val d’Agri riesce a gestire un parco senza dotarlo di un regolamento e quindi impedendo qualsiasi tipo di organizzazione della pesca. Come al solito la mediocrità gestionale nella nostra regione è imprescindibile. Oltre al Pertusillo anche il lago Pantano mostra diversi problemi da qualche anno nei livelli delle acque che non salgono più come avveniva un tempo e non si riesce a capire il perché. Lo scorso anno infatti si sono registrate diverse morti di carpe reali che per taglia avevano oltre 30 anni di vita. È auspicabile quindi la costituzione di un tavolo composto da tutte le parti in causa, pescatori, commercianti del settore della pesca, presidente del parco della Val d’Agri, presidente della Provincia e assessori competenti, per costruire un piano di rilancio della pesca nelle acque interne della Basilicata. Magari sarebbe anche il caso finalmente di coinvolgere anche l’Università degli studi della Basilicata, per il monitoraggio delle acque e dei pesci, per immaginare un piano di rilancio anche della qualità e quantità di acqua e pesci», ha concluso l’esponente di FdI.

Roma, 12 giugno 2013

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