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Precari scuola, Rampelli: Ci confronteremo in Parlamento

  • 27 Novembre 2014

“L’infrazione dell’UE sui precari smaschera il vero intento de “la buona scuola” di Renzi. Lo scopo della cosiddetta riforma  era quello di evitare infrazioni onerosissime dell’UE.


L’immissione in ruolo dei 150 mila precari non è un mezzo per rendere funzionale il sistema scolastico né può rappresenta un segno di gratitudine nei confronti di lavoratori finora sfruttati. È semplicemente un atto dovuto”. È quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli a seguito di un incontro avvenuto oggi con associazioni di settore e sindacati.

“In questo modo – ha aggiunto Rampelli – si stanno inserendo persone a prescindere dai vuoti di organico e dal vero fabbisogno, con il rischio di farne una sanatoria senza criteri e senza requisiti minimi. Il tutto in assoluta contraddizione con la tanto sbandierata meritocrazia di cui favoleggia Renzi e che dovrebbe essere alla base delle procedure di assunzione. Tant’è vero che questi docenti saranno inseriti in un alveo indistinto di una rete di scuole nei confronti delle quali si impegnano all’espletamento dei ruoli più vari, a prescindere dalle caratteristiche professionali”.

“La disponibilità richiesta – ha osservato-  è anche sulla dislocazione delle cattedre. Il che significa che potranno insegnare in regioni diverse dalle proprie. Il tutto con gravissimi danni sulla continuità didattica e del rapporto continuativo con gli alunni. Per far fronte a questa sedicente riforma, Renzi sta raschiando il fondo del barile del bilancio del MIUR  tagliando le parti vive della scuola, come i fondi per l’ autonomia scolastica, per gli esoneri per i collaboratori dei dirigenti, per le supplenze ATA, per i centri sportivi studenteschi (ma non voleva inserire l educazione fisica nelle primarie?)”.

“Non c’è al fondo della riforma – ha concluso Rampelli – un vero intento di valorizzazione culturale del mondo della scuola. Sulle vere priorità ci confronteremo appena il governo porterà provvedimenti in Parlamento”.

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