“E’ da più di un decennio che si dibatte sulla necessità di inserire la lingua italiana in Costituzione. Contavamo sul fatto che il fiorentino Matteo Renzi potesse essere sensibile a questo argomento. Invece niente.
Noi ci abbiamo provato. La tutela della lingua italiana, madre della nostra identità di popolo e di nazione, non avrà rango costituzionale in quanto l’emendamento è stato giudicato inammissibile dal relatore Sisto”. È quanto dichiara il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli commentando l’inammissibilità dichiarata dal relatore Francesco Paolo Sisto all’emendamento sulla costituzionalizzazione della lingua italiana, dei dialetti e dell’inno di Mameli.
“La Camera – ha aggiunto Rampelli – ha perso un’occasione storica e unica per dare valore alla nostra lingua. Nello stesso emendamento all’articolo 12 della Carta avevamo proposto d’inserire anche i dialetti, e l’inno nazionale che a tutt’oggi non è inserito in Costituzione. Ma tutto ciò che ha valore culturale viene sistematicamente ignorato o bocciato da questa maggioranza che sostiene il governo”.
“Forse -ha concluso il capogruppo- preferiscono l’italiase, o chissà l’itarabo”.