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Sicilia, Rampelli: No ai prodotti agricoli africani

  • 7 Maggio 2014

PESO IMMIGRAZIONE SIA RIPARTITO FRA TUTTI I PAESI UE. «Ieri i prodotti tarocchi cinesi, oggi i prodotti agricoli africani. L’Italia è diventata preda delle multinazionali della schiavitù che hanno già distrutto i nostri distretti tessili di eccellenza, e che oggi rischiano di distruggere anche la nostra agricoltura.

Difendere la nostra agricoltura e il nostro territorio è un impegno primario di FdI-AN che ha lanciato già da diversi mesi una campagna di mobilitazione in difesa dei settori strategici dell’economia nazionale, tra cui l’agricoltura e il settore agro-alimentare. Il prezzo al dettaglio dei prodotti africani è inferiore a quello di produzione di quelli italiani. A soffrirne in particolare sono gli ortaggi siciliani. Il patto con il Marocco prevedeva che i loro prodotti potessero entrare solo in caso di calo produttivo italiano. Ovviamente, il flusso arriva costantemente e a prescindere dalla produzione: questo toglie quote di mercato agli italiani che sono poi costretti a chiudere le aziende e in alcuni casi, drammatici, a togliersi la vita. Se togliamo alla Sicilia questo settore, che crea occupazione ed è una punta di eccellenza del comparto agroalimentare italiano, rischiamo di far aumentare una crisi che è già a livelli drammatici».

Cosi il vicepresidente dei deputati di Fratelli d’Italia-AN, Fabio Rampelli, in visita in Sicilia accompagnato dal dirigente nazionale di FdI-AN, Giovanni Moscato.

«La Sicilia – ha aggiunto Rampelli – già paga un tributo troppo alto per la nostra appartenenza all’Unione Europea: essere approdo dei flussi migratori che dal Nord Africa e Medio Oriente vedono nelle coste siciliani la porta d’ingresso per l’Europa. Come Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale ci stiamo battendo affinché il peso di questi arrivi sia equamente distribuito tra tutti i 28 Paesi dell’Ue e la Sicilia abbia un giusto indennizzo per l’ospitalità che è costretta a sostenere».

Roma, 7 maggio 2014

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