“Accadono cose strane a Roma negli ultimi tempi: uno stuolo di gente proveniente da destra, dai neofascisti ai tardo democristiani, effettuati lunghi e approfonditi colloqui, vorrebbero sostenere la candidatura a sindaco di tal Marxini, giustappunto persona firmataria del manifesto di valori del Pd, che misteriosamente riceve nel suo studio in una zona radical chic di Roma codazzi di persone della parte opposta sicuramente interessate al ‘futuro della Capitale’. Accade anche che vari candidati prendano posizione sulla realizzazione degli stadi della Roma e della Lazio, senza uno straccio di ragionamento urbanistico: fabbisogno reale e impatto ambientale. Nessuno ragiona sulla domanda di stadi per la Capitale e per i cittadini, ci si schiera a favore dell’uno per averne la compiacenza e a favore dell’altro per motivi simmetrici”. È quanto dichiara in una nota Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera di Fdi-An. “La potremmo chiamare ‘la guerra degli stadi’ o, meglio – aggiunge – dei titolari di interessi legati agli stadi. Una sorta di accaparramento di poteri economici uno per ogni candidato potenziale. Meno male che non sono usciti altri proprietari terrieri con la mania degli stadi, altrimenti avremmo dovuto costringere fisicamente tutti i romani a iscriversi alle scuole di calcio. Roba da far impallidire il ventennio…Tutti all’adunata per esercizi ginnici e salto nel cerchio di fuoco. Gli stadi esistenti in questo momento sono due, ma pare non vadano bene, quelli sul trampolino di lancio sarebbero due… Quattro stadi per Roma! Non è il titolo di un film comico ma un melodramma che dimostra la persistente subalternità della politica ai poteri economici che non sono interessati agli stadi ma ai milioni di metri cubi che vorrebbero realizzarvi intorno. Per questo l’Olimpico e il Flaminio non vanno bene. Alla faccia di Mafia Capitale, scaturita da una certa leggerezza di rapporti tra la politica e alcuni interessi imprenditoriali. Oltretutto pari a un millesimo di quelli citati”.