“Nella giornata internazionale contro la violenza sulle donne, il gruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale si associa all’impegno delle istituzioni per promuovere azioni di sensibilizzazione e di prevenzione a tutela delle donne.
Una tutela che deve trasformarsi da petizione di principio a vere e proprie politiche a sostegno delle donne non soltanto quando sono vittime di violenza fisica tra le mura domestiche, ma anche quando sono vittime di violenze psicologiche, discriminazioni sul mondo del lavoro, negazione di opportunità, utilizzo del corpo femminile”. È quanto ha dichiarato il deputato di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Gaetano Nastri intervenendo in aula sulla Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne.
“I dati statistici – ha puntualizzato Nastri- testimoniano come le donne siano sistematicamente sottoposte a violazioni fisiche, violenze sessuali, privazione della libertà, mutilazioni genitali, oscuramento del volto, scarsa scolarizzazione. Questo stato di deprivazione della propria dignità, influisce in modo determinante sulla libertà delle donne allontanandole dal raggiungimento della piena soggettività individuale e dell’autodeterminazione”
“In Italia –ha aggiunto- abbiamo il problema dell’inclusione sociale delle donne, la labilità di una rete sussidiaria che consenta di accompagnarle nel percorso psicologico e materiale post violenza; il femminicidio è tragicamente aumentato in questi anni. Chiediamoci però quanto sia stato determinante creare una fattispecie di reato per poi non perseguire realmente le politiche a sostegno dei centri antiviolenza, costretti a sopravvivere con grande fatica e grazie allo sforzo degli operatori ai tagli imposti dai Governi”.
“La scarsezza dei fondi destinati ai centri antiviolenza, a fronte di oltre 100 517 telefonate arrivate nel 2014 al numero telefonico 1522 istituito da Palazzo Chigi è segno evidente di un problema nella lotta contro la violenza sulle donne”.
“Ci auguriamo che il Governo con la legge Stabilità – ha concluso Nastri- sappia individuare le risorse per rafforzare questi centri. Altrimenti, rischiamo solo di fare petizioni di principio. E non ne abbiamo più bisogno”.